“...la caratteristica della sociologia anarchica è di essere universale e veramente internazionale. Giacché noi non domandiamo alla fame ed alla miseria il certificato della sua patria, per sentirci avvampare di sdegno contro una società che viola così sfacciatamente i santi diritti dell’uomo all’esistenza ed alla libertà.
Il sociologo, se vuol essere veramente tale, deve sentirsi cittadino del mondo, ed affrontare il grande problema moderno, – il quale non agita solo questa o quella nazione, – con intendimenti di universalità, e col cuore pieno di amore per tutti i diseredati della terra, che è l’unica patria logica della specie umana. Egli deve figgere l’occhio agli orizzonti nuovi, che non restringono il campo delle battaglie redentrici nella cerchia angusta delle Alpi e del mare; deve comprendere che la religione antiumana del patriottismo sarà vinta dalla fede grandiosa nella solidarietà di tutti gli uomini e di tutti i popoli; deve infine convenire che voler ridurre ad un vacuo dottrinarismo unilaterale o politico-nazionale lo studio e la soluzione di un problema così evidentemente complesso ed internazionale, com’è la questione sociale – vuol dire intendere in un modo infinitamente piccolo, ciò che è, di natura sua, infinitamente grande...”
Il sociologo, se vuol essere veramente tale, deve sentirsi cittadino del mondo, ed affrontare il grande problema moderno, – il quale non agita solo questa o quella nazione, – con intendimenti di universalità, e col cuore pieno di amore per tutti i diseredati della terra, che è l’unica patria logica della specie umana. Egli deve figgere l’occhio agli orizzonti nuovi, che non restringono il campo delle battaglie redentrici nella cerchia angusta delle Alpi e del mare; deve comprendere che la religione antiumana del patriottismo sarà vinta dalla fede grandiosa nella solidarietà di tutti gli uomini e di tutti i popoli; deve infine convenire che voler ridurre ad un vacuo dottrinarismo unilaterale o politico-nazionale lo studio e la soluzione di un problema così evidentemente complesso ed internazionale, com’è la questione sociale – vuol dire intendere in un modo infinitamente piccolo, ciò che è, di natura sua, infinitamente grande...”