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    Una fortuna sfacciata: Sopravvivere all’Indicibile ad Auschwitz e Dora (Italian Edition)

    By Pierre Berg

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    Nel 1943, il diciottenne Pierre Berg, membro della Resistenza francese, scelse il momento meno opportuno per visitare la casa di un amico, perché lo fece anche la Gestapo. Venne scaraventato a Drancy, un campo di prigionia parigino, poi deportato ad Auschwitz, Dora e Ravensbrück.
    Scritto poco dopo la guerra, quando i ricordi di Berg erano più vividi, "Una fortuna sfacciata" racconta l’odissea di un ragazzo non ebreo in alcuni dei più brutali campi di concentramento nazisti. Il libro accompagna il lettore attraverso i dodici mesi di Berg ad Auschwitz, dove la barbarie era la norma accettata, il suo scampare ai bombardamenti Alleati, la straziante ‘‘marcia della morte’’ da Auschwitz a Dora, un altro campo di lavoro forzato in cui Berg fu impiegato nella produzione dei razzi nazisti V1 e V2. Infine, la sua fuga rocambolesca nel bel mezzo di una battaglia campale tra le forze tedesche e l’Armata Rossa.
    Assolutamente franco e venato di ironia, irriverenza e umorismo macabro, il contributo di Berg si colloca per importanza tra i lavori degli altri compagni sopravvissuti, Elie Wiesel e Primo Levi. Mentre si avvicina rapidamente il giorno in cui non ci saranno più testimoni oculari viventi della ‘‘Soluzione Finale’’ nazista, questo memoriale rappresenta un ricordo bruciante e unico di come l’Olocausto colpì tutti noi.
    Inesorabilmente poco sentimentale, tinta di graffiante ironia, la storia di Pierre Berg non solo offre una nuova prospettiva su alcuni dei più noti campi di sterminio nazisti, ma si distingue come qualcosa di completamente nuovo nella letteratura dei superstiti dell’Olocausto.
    La descrizione di vita nei lager, le esecuzioni, la gasificazione, le selezioni, la malattia, il secco, terribile pragmatismo della sopravvivenza, il modo in cui i detenuti finiscono per collaborare con il sistema, la fame che riduce gli orizzonti a una puntura di spillo, fino ad indurre al cannibalismo, la vita che vale meno di niente, i morti gettati nei fiumi, i loro corpi usati come esche per attirare pesci, ogni cosa in questa testimonianza è orribile oltre ogni immaginazione umana, eppure è autentica. Non importa quante testimonianze abbiamo letto, non c’è nessuna catarsi. Leggere questo libro è un’esperienza unica. Ci si sente persino irrispettosi e blasfemi nel dirlo, ma le pagine scorrono via come in un thriller. Berg è disarmante, onesto, acuto, spesso autoironico. "Una fortuna sfacciata" è anche un inno alla forza dello spirito umano e alla sua ferrea volontà di resistere nei momenti più bui.

    Una storia straziante… Un contributo degno di essere avvicinato alle testimonianze di Primo Levi ed Elie Wiesel.
    — Kirkus Reviews

    Parte del potere [del libro] risiede nello stile narrativo che non nasconde nulla, offrendo il dramma in taglienti sfumature di umorismo macabro. L’effetto è agghiacciante. Questo libro è uno dei più importanti punti di riferimento della letteratura sull’Olocausto. Oltre al suo valore storico, è un’arma potente nella battaglia contro i negazionisti dell’Olocausto. Il fatto che sia stato scritto da un non ebreo e non da uno dei cinquecentomila ebrei sopravvissuti, lo rende unico.
    — Livia Bitton-Jackson, sopravvissuta all’Olocausto e autrice di "Ho vissuto mille anni".

    "Una fortuna sfacciata" racconta come sia stata vissuta la sopravvivenza, un passo alla volta, un momento per volta, un respiro per volta… È un libro straordinario. E dice la verità. Non può esserci lode più alta…
    — Philip Kingry, autore di "The Monk And The Marines".

    Berg offre ai suoi lettori la prospettiva affascinante di un adolescente saggio per la sua età, non-ebreo e non credente, che è stato testimone e vittima della Soluzione Finale. Anche se è praticamente impossibile dire che si goda nel leggere una memoria di Auschwitz, Berg mi ha portato fino alle lacrime, ma mi ha fatto anche ridere. Un lavoro importante che sarà letto per molto tempo.
    — Michael Berenbaum, direttore del "Sigi Ziering Institute"
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