“Roma, Roma, Roma, (1983-2013) un urlo d’amore lungo trent’anni”, non è solo la cronaca giornalistica degli ultimi trent’anni di storia romanista.
E’ senz’altro molto di più, perché infinite potrebbero essere le sue definizioni, ognuna della quali vestita di un abito perfettamente cucito addosso.
Potremmo definirlo un viaggio nel tempo in 3 dimensioni, dove scegliere di navigare attraverso l’incedere delle continue emozioni prodotte dalle imprese di undici uomini; oppure ripercorrere le gloriose e burrascose vicende dei suoi tanti allenatori e presidenti, scoprendo così come anche l’altra società, quella civile, sia nel frattempo radicalmente mutata. Decidere quindi per un ritmo narrativo incalzante, foriero di risultati ed informazioni di calcio giocato, oppure scegliere la storia dei suoi condottieri tecnici e societari, per capire come ci si sia evoluti, in questi ultimi tre decenni, nella mentalità di allenare, nel fare comunicazione e soprattutto nel modo di creare business all’interno del mondo del calcio.
Tra aneddoti inediti o sopiti, curiose interviste e dichiarazioni sconcertanti, “Roma, Roma, Roma”, può rappresentare, pertanto, anche il lento, sebbene non indolore, passaggio da un calcio di fattura “artigianale”, costruito sulla passione e la dedizione, ad uno sempre più spiccatamente “marketing oriented”.
Non avendo un vero inizio e tanto meno una chiara fine, potremmo definirlo, infine, un autentico tributo per tutti coloro che sono cronicamente afflitti dalla sindrome giallorossa, ovvero un riconoscimento speciale per ricordare loro che, dopo ogni giorno grigio, ci sarà sempre e comunque un momento da celebrare.
Un libro che può essere aperto e letto in qualsiasi delle sue pagine, con la possibilità, per tutti, di riconoscersi e poter dire: “Io c’ero”.
Trent’anni, tre luci differenti: le stesse identiche, grandi, indimenticabili emozioni.
E’ senz’altro molto di più, perché infinite potrebbero essere le sue definizioni, ognuna della quali vestita di un abito perfettamente cucito addosso.
Potremmo definirlo un viaggio nel tempo in 3 dimensioni, dove scegliere di navigare attraverso l’incedere delle continue emozioni prodotte dalle imprese di undici uomini; oppure ripercorrere le gloriose e burrascose vicende dei suoi tanti allenatori e presidenti, scoprendo così come anche l’altra società, quella civile, sia nel frattempo radicalmente mutata. Decidere quindi per un ritmo narrativo incalzante, foriero di risultati ed informazioni di calcio giocato, oppure scegliere la storia dei suoi condottieri tecnici e societari, per capire come ci si sia evoluti, in questi ultimi tre decenni, nella mentalità di allenare, nel fare comunicazione e soprattutto nel modo di creare business all’interno del mondo del calcio.
Tra aneddoti inediti o sopiti, curiose interviste e dichiarazioni sconcertanti, “Roma, Roma, Roma”, può rappresentare, pertanto, anche il lento, sebbene non indolore, passaggio da un calcio di fattura “artigianale”, costruito sulla passione e la dedizione, ad uno sempre più spiccatamente “marketing oriented”.
Non avendo un vero inizio e tanto meno una chiara fine, potremmo definirlo, infine, un autentico tributo per tutti coloro che sono cronicamente afflitti dalla sindrome giallorossa, ovvero un riconoscimento speciale per ricordare loro che, dopo ogni giorno grigio, ci sarà sempre e comunque un momento da celebrare.
Un libro che può essere aperto e letto in qualsiasi delle sue pagine, con la possibilità, per tutti, di riconoscersi e poter dire: “Io c’ero”.
Trent’anni, tre luci differenti: le stesse identiche, grandi, indimenticabili emozioni.