"Non importa quanto il cielo sia plumbeo: il sole, prima di scomparire, scosta appena le nuvole all'altezza dell'orizzonte e si affaccia attraverso una striscia sottile, tutta rossa. Basta avere pazienza: si trova sempre uno spazio tra le nuvole." "Si parte per curiosità, per conoscere l'altro, per scoprire se stessi, per cercare nuovi mondi, per guadagnarsi nuovi inizi, per vendetta, per amore, per nostalgia, per scappare, per mettere un oceano tra sé e il dolore.
Il viaggio è uno strano mezzo di trasporto per l'anima: ci porta fuori da noi stessi per ricondurci al nostro centro, finalmente pronti ad accogliere il cambiamento che allora, potente come un fiume in continuo e armonioso divenire, potrà attraversarci senza far rumore, portando via con sé parti care ormai superflue, e purificando tutto il resto… Il viaggio mi ha sempre aiutato a resettarmi: sono partita piena di punti interrogativi, di ansie e di pensieri e sono tornata più leggera, lucida e libera. Nel frattempo, ho tagliato rami secchi, mi sono svuotata del superfluo per fare spazio al nuovo." Camila Raznovich – madre italiana e padre di discendenza ebrea russa, entrambi cresciuti a Buenos Aires – in questo libro racconta ciò che ha imparato in quarant'anni di partenze e ritorni. Dal primo viaggio, appena diciassettenne, in Grecia, all'ultimo, con le figlie Viola e Sole, in Thailandia, passando per Berlino, Londra, New York, ma anche l'India, l'Argentina, e il Sudest asiatico. Ogni volta Camila è partita con una domanda e ogni volta ha fatto ritorno con la risposta di cui aveva davvero bisogno, aggiungendo un prezioso tassello alla consapevolezza di sé: "Si parte sempre per lo stesso motivo: per crescere. Perché solo così si riesce a svuotarsi per ritrovare poi un equilibrio; a fare spazio a ciò che sta per accadere".