Un appassionante viaggio nella memoria che entra nell’anima e diventa letteratura. Era il 1985 quando nel doppiofondo segreto della cassaforte di casa ritrovai alcuni documenti sulla mia famiglia. Per me, figlia unica, nata da una coppia cattolica, fu uno shock. Brevi missive con lo stemma della Croce Rossa indirizzate a papà, firmate da sua sorella, zia Inci. Fu così che si spalancò davanti ai miei occhi il sipario su un dramma di cui non avevo avuto sentore. Iniziai a pormi domande a cui nessuno poteva rispondere, tranne zia Inci che viveva in Ungheria. Speravo che potesse illuminarmi su vicende di
cui, prima di scoprire le carte, non sapevo nulla: né che mio padre fosse ebreo e che per questo fosse stato perseguitato anche in Italia, né che avesse avuto un’altra moglie prima di sposare mia madre, né che da questo primo matrimonio fosse nato un figlio, Tamás, il fratello che non ho mai conosciuto,... Purtroppo neppure lei seppe dirmi quale fosse stato il destino di Tamás, scomparso dal ghetto di Baja a quattordici anni... Anna Maria Hábermann
cui, prima di scoprire le carte, non sapevo nulla: né che mio padre fosse ebreo e che per questo fosse stato perseguitato anche in Italia, né che avesse avuto un’altra moglie prima di sposare mia madre, né che da questo primo matrimonio fosse nato un figlio, Tamás, il fratello che non ho mai conosciuto,... Purtroppo neppure lei seppe dirmi quale fosse stato il destino di Tamás, scomparso dal ghetto di Baja a quattordici anni... Anna Maria Hábermann