AI FRATELLI SARDI
DELLA EMIGRAZIONE
Tengo a premettere e precisare che questa III edizione della mia opera è alquanto differente dalle due precedenti soprattutto rispetto al contenuto. Come è ovvio, il materiale di studio è sempre quello, ma questa III edizione differisce dalle precedenti in questi fatti importanti: 1) Contiene anche i cognomi forestieri, cioè quelli di origine catalana, castigliana o spagnola e quelli propriamente italiani, con la conseguenza che adesso risulta più ampia almeno di un terzo (ora i cognomi sono circa 8.000); 2) Contiene anche l'indicazione di molte località (città e paesi; però non tutti), in cui risultano attestati i singoli cognomi, località utili per eventuali ricerche sulle famiglie dei titolari dei cognomi stessi; 3) L'etimologia e cioè l'indicazione del significato e dell'origine di molti cognomi risulta mutata radicalmente e ciò come effetto di due importanti circostanze: da una parte io ho nel frattempo pubblicato due opere dedicate alla toponomastica della Sardegna (l'antroponomastica e la toponomastica si richiamano spesso a vicenda, dato che molti cognomi derivano da nomi di località e viceversa), dall'altra ho pubblicato l'importante opera generale intitolata Dizionario della Lingua Sarda - fraseologico ed etimologico (2 volumi, Cagliari, 1999, 2002), in virtù della quale numerose etimologie di cognomi sardi prospettate nella mia precedente opera risultano in questa mutate del tutto o almeno trasformate in parte.
Questa edizione dunque si caratterizza come un'opera a sé, abbastanza differente da quella precedente. È del tutto ovvio che la metodologia di studio da me adoperata nella presente opera è e non poteva non essere esattamente uguale a quella da me stesso adoperata nella mia prima opera. E pertanto proprio per la metodologia non mi resta che rimandare a quella da me esposta nella Introduzione dell'opera precedente. Qui però mi pare opportuno fare alcune precisazioni, le quali sono l'ovvio effetto di una mia ulteriore maturazione di studio e di consapevolezza linguistica.
In primo luogo mi sono convinto dell'idea - e qui la espongo per la prima volta - che soprattutto la antroponomastica dimostri che la glottologia o "linguistica storica" è strettamente legata e dipendente dalla storiografia generale. Tutte le argomentazioni che noi linguisti possiamo fare circa l'origine dei nomi personali e dei cognomi, argomentazioni fatte sui loro "significati" e sui loro "significanti", per complete ed esatte che siano, possono essere contraddette e spazzate via dai documenti e dai risultati ottenuti, sugli stessi nomi personali e cognomi, dalla ricostruzione effettuata e prospettata dagli storici. Mi sono pertanto convinto che soprattutto con l'antroponomastica si deve sempre dare per scontato e per sottinteso il seguente principio metodologico generale: le argomentazioni prospettate da noi linguisti sono da intendersi valide, salve eventuali prove contrarie o differenti prospettate dagli storici.
E proprio su questo punto mi sento di dover insistere su un concetto fondamentale, già espresso in precedenza: ricostruire la storia dei cognomi non si significa affatto ricostruire la storia delle rispettive famiglie titolari. Ed è per l'appunto la storia di una determinata famiglia, ricostruita da uno storico, quella che potrebbe contraddire e distruggere alla base la storia del suo cognome, quale noi linguisti abbiamo ritenuto di prospettare in una nostra ricostruzione precedente. Insomma i facta e le res gestae di una famiglia, recuperati ed esposti da uno storico, potrebbero distruggere alla radice la spiegazione del suo nomen quale un linguista ha pensato di prospettare. Ovviamente intravedo che questa considerazione lascerà delusi molti lettori, soprattutto rispetto alla mancata storia della loro famiglia, ma sta di fatto che noi linguisti non siamo per nulla in grado di cambiare il carattere e le modalità della nostra disciplina......
DELLA EMIGRAZIONE
Tengo a premettere e precisare che questa III edizione della mia opera è alquanto differente dalle due precedenti soprattutto rispetto al contenuto. Come è ovvio, il materiale di studio è sempre quello, ma questa III edizione differisce dalle precedenti in questi fatti importanti: 1) Contiene anche i cognomi forestieri, cioè quelli di origine catalana, castigliana o spagnola e quelli propriamente italiani, con la conseguenza che adesso risulta più ampia almeno di un terzo (ora i cognomi sono circa 8.000); 2) Contiene anche l'indicazione di molte località (città e paesi; però non tutti), in cui risultano attestati i singoli cognomi, località utili per eventuali ricerche sulle famiglie dei titolari dei cognomi stessi; 3) L'etimologia e cioè l'indicazione del significato e dell'origine di molti cognomi risulta mutata radicalmente e ciò come effetto di due importanti circostanze: da una parte io ho nel frattempo pubblicato due opere dedicate alla toponomastica della Sardegna (l'antroponomastica e la toponomastica si richiamano spesso a vicenda, dato che molti cognomi derivano da nomi di località e viceversa), dall'altra ho pubblicato l'importante opera generale intitolata Dizionario della Lingua Sarda - fraseologico ed etimologico (2 volumi, Cagliari, 1999, 2002), in virtù della quale numerose etimologie di cognomi sardi prospettate nella mia precedente opera risultano in questa mutate del tutto o almeno trasformate in parte.
Questa edizione dunque si caratterizza come un'opera a sé, abbastanza differente da quella precedente. È del tutto ovvio che la metodologia di studio da me adoperata nella presente opera è e non poteva non essere esattamente uguale a quella da me stesso adoperata nella mia prima opera. E pertanto proprio per la metodologia non mi resta che rimandare a quella da me esposta nella Introduzione dell'opera precedente. Qui però mi pare opportuno fare alcune precisazioni, le quali sono l'ovvio effetto di una mia ulteriore maturazione di studio e di consapevolezza linguistica.
In primo luogo mi sono convinto dell'idea - e qui la espongo per la prima volta - che soprattutto la antroponomastica dimostri che la glottologia o "linguistica storica" è strettamente legata e dipendente dalla storiografia generale. Tutte le argomentazioni che noi linguisti possiamo fare circa l'origine dei nomi personali e dei cognomi, argomentazioni fatte sui loro "significati" e sui loro "significanti", per complete ed esatte che siano, possono essere contraddette e spazzate via dai documenti e dai risultati ottenuti, sugli stessi nomi personali e cognomi, dalla ricostruzione effettuata e prospettata dagli storici. Mi sono pertanto convinto che soprattutto con l'antroponomastica si deve sempre dare per scontato e per sottinteso il seguente principio metodologico generale: le argomentazioni prospettate da noi linguisti sono da intendersi valide, salve eventuali prove contrarie o differenti prospettate dagli storici.
E proprio su questo punto mi sento di dover insistere su un concetto fondamentale, già espresso in precedenza: ricostruire la storia dei cognomi non si significa affatto ricostruire la storia delle rispettive famiglie titolari. Ed è per l'appunto la storia di una determinata famiglia, ricostruita da uno storico, quella che potrebbe contraddire e distruggere alla base la storia del suo cognome, quale noi linguisti abbiamo ritenuto di prospettare in una nostra ricostruzione precedente. Insomma i facta e le res gestae di una famiglia, recuperati ed esposti da uno storico, potrebbero distruggere alla radice la spiegazione del suo nomen quale un linguista ha pensato di prospettare. Ovviamente intravedo che questa considerazione lascerà delusi molti lettori, soprattutto rispetto alla mancata storia della loro famiglia, ma sta di fatto che noi linguisti non siamo per nulla in grado di cambiare il carattere e le modalità della nostra disciplina......