Alla fine degli anni ’90 del secolo scorso l’Italia si trovava in una condizione di estrema vulnerabilità culturale rispetto alle tecnologie dell’informazione (condizione che non è cambiata, peraltro, con il passare del tempo). Il mondo delle BBS (Bulletin Board System) che ha costituito lo scheletro invisibile della telematica italiana cominciava ad essere cancellato dall’avvento dell’internet commerciale. Il numero di utilizzatori di servizi internet cresceva di anno in anno (anche se non in modo “esponenziale” come si ostina(va)no a ripetere “esperti” e giornalisti). Ma non cresceva allo stesso modo la consapevolezza nell’utilizzo degli strumenti (computer, sistemi operativi, software) che rendevano possibile una comunicazione decentralizzata e su scala planetaria. Si è trattato dunque di un fenomeno cresciuto in modo confuso e disordinato, mal compreso dagli “esperti” del settore e ancor meno padroneggiato da politici e uomini di potere.Le cose non sono state diverse per la crittografia. Da materia astrusa, frequentata da matematici e spioni o, all’altro estremo, da appassionati di enigmistica, grazie alla diffusione dell’internet la scienza dei codici segreti è diventata una presenza spesso invisibile ma costante nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Capirla e capirne le implicazioni sociali è un modo per essere cittadini più consapevoli - e più liberi.
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