«Siete due bastardi che non si può fare a meno di ascoltare».
Savino da Bari
Oggi Cruciani-Parenzo sono una coppia di fatto, marito e moglie della radio italiana, e non c'è giornale che non parli di loro. Capitolo dopo capitolo, tutti i segreti e i retroscena della trasmissione più di tendenza ma anche più temuta dai politici italiani.
Così diversi, così complici: Giuseppe Cruciani, romano ormai milanese d’adozione, David Parenzo, del Nord ma trapiantato a Roma. Uno considerato di destra, l’altro più spostato a sinistra; uno bello, l’altro… intelligente; uno stronzo (ma lo è davvero?), l’altro irriverente; uno col busto di Marchionne in camera, l’altro che si preoccupa degli esodati.
Cosa li unisce? La Zanzara, il programma più chiacchierato della radio italiana, che conducono tutti i giorni, dalle 18.30 alle 21, su Radio24. Per gli ascoltatori è «un po’ come passare al bar prima di andare a casa», per loro due è un grande show.
Cosa li rende inconfondibili? I “mostri”, una galleria bizzarra di chi in altri programmi non viene invitato o non ha la stessa libertà di parola: Razzi, Vanoli e l’urinoterapia, il professor Becchi, l’onorevole Mario Pepe, l’uomo che teme di restare al verde senza vitalizio, il fascista Saya, Sgarbi e lo scambio di accuse «impotente-drogato» con Toscani, i leghisti della prima e dell’ultima ora, i peggiori omofobi, le belle donne, dall’Ape Regina Began a Sara Tommasi. E gli scherzi telefonici che, grazie alla Zanzara, irrompono nella radio di Confindustria come un elefante in una cristalleria: creano scompiglio, fanno notizia e puntano in alto, fino ai “saggi” di stanza al Quirinale.
Savino da Bari
Oggi Cruciani-Parenzo sono una coppia di fatto, marito e moglie della radio italiana, e non c'è giornale che non parli di loro. Capitolo dopo capitolo, tutti i segreti e i retroscena della trasmissione più di tendenza ma anche più temuta dai politici italiani.
Così diversi, così complici: Giuseppe Cruciani, romano ormai milanese d’adozione, David Parenzo, del Nord ma trapiantato a Roma. Uno considerato di destra, l’altro più spostato a sinistra; uno bello, l’altro… intelligente; uno stronzo (ma lo è davvero?), l’altro irriverente; uno col busto di Marchionne in camera, l’altro che si preoccupa degli esodati.
Cosa li unisce? La Zanzara, il programma più chiacchierato della radio italiana, che conducono tutti i giorni, dalle 18.30 alle 21, su Radio24. Per gli ascoltatori è «un po’ come passare al bar prima di andare a casa», per loro due è un grande show.
Cosa li rende inconfondibili? I “mostri”, una galleria bizzarra di chi in altri programmi non viene invitato o non ha la stessa libertà di parola: Razzi, Vanoli e l’urinoterapia, il professor Becchi, l’onorevole Mario Pepe, l’uomo che teme di restare al verde senza vitalizio, il fascista Saya, Sgarbi e lo scambio di accuse «impotente-drogato» con Toscani, i leghisti della prima e dell’ultima ora, i peggiori omofobi, le belle donne, dall’Ape Regina Began a Sara Tommasi. E gli scherzi telefonici che, grazie alla Zanzara, irrompono nella radio di Confindustria come un elefante in una cristalleria: creano scompiglio, fanno notizia e puntano in alto, fino ai “saggi” di stanza al Quirinale.