Stretta fra monte e lago, l’area lariana presenta, dal punto di vista della civiltà materiale, delle caratteristiche del tutto specifiche sia per quanto riguarda le risorse alimentari sia per quanto riguarda l’organizzazione sociale del lavoro che, storicamente, ha consentito, la produzione delle materie prime che per secoli hanno costituito il regime alimentare delle popolazioni che hanno vissuto e sulle rive del lago e sui monti, aspri e duri, che fanno da sponda alle sue pro¬fonde acque. Quello che fa la differenza e ci permette di parlare di una specificità della cucina lariana, è il curioso sposalizio fra un’agricoltura di montagna poverissima, all’interno della quale l’uso sistematico delle risorse spontanee del bosco, come le castagne, le nocciole, le erbe selvatiche, i funghi, viene ad avere un ruolo non indifferente in una magra agricoltura fatta di piccoli appezzamenti coltivati interamente a forza di braccia e capaci di produrre i cereali classici dei climi temperati e umidi, os¬sia il mais, la segale, il grano saraceno, l’orzo, oltre naturalmente gli ortaggi, con le risorse ittiche che un lago assai pescoso può dare.
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