A settant’anni dal tragico 1943, la storiografia italiana non ha ancora trovato la dignità, il coraggio morale di affrontare con fermezza e onestà intellettuale le vicende che condussero alla disfatta, in particolare non ammette con chiarezza e lucidità gli errori clamorosi compiuti dai massimi dirigenti militari, e dal capo del governo, nel periodo della preparazione al conflitto e nella conduzione delle operazioni, segnatamente: le omissioni, le sottovalutazioni, i sabotaggi compiuti ritardando, ad esempio, gli studi e le sperimentazioni sul radar, denominato all’epoca radiotelemetro, che pure l’Italia aveva dalla fine del 1939: inoltre venne sottovalutato e praticamente scartato un velivolo da caccia monoplano di nuova concezione, capace di sviluppare una velocità di circa 570 Km/h, utilizzando quale velivolo da caccia di prima linea un biplano Fiat risalente come concezione al 1918, che volava a poco più di 400 Km/h, un centinaio meno dei velivoli del nemico. Le spigolature sono un percorso sulle orme di quante opportunità, occasioni, soluzioni, invenzioni di apparati scientifici, di guerra elettronica, siano state sprecate, cinicamente ignorate, pur essendo limpidamente, lucidamente, notoriamente presenti e disponibili: una ricerca accanita, se si vuole, degli aspetti stranamente, sistematicamente, puntigliosamente trascurati da Storici e Storiografi ufficiali e ufficiosi che dall’immediato dopoguerra hanno divulgato una artefatta, manipolata, mistificata, monca. E continuano a farlo e, aspetto scandaloso, anche con denaro pubblico. Un cammino curioso, quello della spigolatura, forse persino un poco disordinato, ma non casuale, anzi: solido, concreto e, soprattutto, vero.
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