Sono perlomeno vent’anni che la politica italiana affronta il tema centrale del mercato del lavoro con la pretesa di migliorarlo. Il risultato è stato la creazione di un meandro inestricabile di normative, leggi, codici, statuti oscure per la maggior parte delle persone.
Ultima riforma in ordine cronologico, quella del governo Renzi, fatta passare a colpi di fiducia, usata da Severino Nappi come input per passare in rassegna le riforme dell’ultimo ventennio e spiegarne il sostanziale fallimento. Scritto con la chiarezza e la schiettezza di un pamphlet,
il volume di Nappi si apre con una provocazione: “ gli italiani sono convinti di aver diritto ad
un’occupazione”, per poi passare alla fase propositiva per fare del suo libro una “fabbrica delle idee” in grado di abbattere la fabbrica delle regole, spesso buone soltanto a togliere lavoro.
Illustrando i volti, i nomi, le aziende, le crisi dell’Italia della "Seconda Repubblica", Nappi illustra per contrasto soluzioni semplici, che siano però compatibili con il nostro complesso, spesso incomprensibile sistema Paese.
Ultima riforma in ordine cronologico, quella del governo Renzi, fatta passare a colpi di fiducia, usata da Severino Nappi come input per passare in rassegna le riforme dell’ultimo ventennio e spiegarne il sostanziale fallimento. Scritto con la chiarezza e la schiettezza di un pamphlet,
il volume di Nappi si apre con una provocazione: “ gli italiani sono convinti di aver diritto ad
un’occupazione”, per poi passare alla fase propositiva per fare del suo libro una “fabbrica delle idee” in grado di abbattere la fabbrica delle regole, spesso buone soltanto a togliere lavoro.
Illustrando i volti, i nomi, le aziende, le crisi dell’Italia della "Seconda Repubblica", Nappi illustra per contrasto soluzioni semplici, che siano però compatibili con il nostro complesso, spesso incomprensibile sistema Paese.