Le cicatrici gli attraversavano la schiena come una mappa. Un paesaggio di dolore genuino, con crinali di sfregi a collegare la città a forma di stella sulla spalla alle periferie di cheloidi intorno alle costole e all’addome. Per Raf l’unica cosa di una qualche importanza era quanto poco dolore avesse sentito, perché sentire dolore era stato compito della volpe.
Nel corso della sua esistenza Ashraf Bey ha interpretato molti ruoli, parecchi dei quali illegali. Ora, dopo aver dato le dimissioni da Ispettore Capo di El Iskandryia, si rende conto di non avere ottenuto poi molto dalla vita: ha un’amante con cui non ha mai fatto l’amore, una nipote che tutti ritengono poco sveglia e debiti che continuano ad accumularsi.
Come se non bastasse, in tutto il Nord Africa tira aria di rivolta e il mondo intero sembra congiurargli contro. L’ultima cosa di cui ha bisogno è il padre che non ha mai conosciuto. Ma quando il capo della sicurezza del vecchio Emiro di Tunisi chiede a Raf di tornare in pista per indagare sul tentativo di omicidio di Sua Eccellenza, l’incontro sarà inevitabile.
In fuga da un presente scomodo, Raf scoprirà sulla sua pelle un passato di cui non aveva idea… e stavolta uscirne vivo sarà difficile.
Il terzo arabesco di Jon Courtenay Grimwood riporta in primo piano la storia di Ashraf Bey, costringendo il suo protagonista a confrontarsi con un misterioso passato nel tentativo di tracciare una nuova rotta per la sua esistenza futura.
Fellahin, giustamente riconosciuto dalla critica anglosassone con il premio per il miglior romanzo di fantascienza uscito nel Regno Unito nell’anno della pubblicazione, rappresenta la degna conclusione di un ciclo di romanzi che ha ridefinito i rapporti tra letteratura di fantascienza, ucronia e noir.
Nel corso della sua esistenza Ashraf Bey ha interpretato molti ruoli, parecchi dei quali illegali. Ora, dopo aver dato le dimissioni da Ispettore Capo di El Iskandryia, si rende conto di non avere ottenuto poi molto dalla vita: ha un’amante con cui non ha mai fatto l’amore, una nipote che tutti ritengono poco sveglia e debiti che continuano ad accumularsi.
Come se non bastasse, in tutto il Nord Africa tira aria di rivolta e il mondo intero sembra congiurargli contro. L’ultima cosa di cui ha bisogno è il padre che non ha mai conosciuto. Ma quando il capo della sicurezza del vecchio Emiro di Tunisi chiede a Raf di tornare in pista per indagare sul tentativo di omicidio di Sua Eccellenza, l’incontro sarà inevitabile.
In fuga da un presente scomodo, Raf scoprirà sulla sua pelle un passato di cui non aveva idea… e stavolta uscirne vivo sarà difficile.
Il terzo arabesco di Jon Courtenay Grimwood riporta in primo piano la storia di Ashraf Bey, costringendo il suo protagonista a confrontarsi con un misterioso passato nel tentativo di tracciare una nuova rotta per la sua esistenza futura.
Fellahin, giustamente riconosciuto dalla critica anglosassone con il premio per il miglior romanzo di fantascienza uscito nel Regno Unito nell’anno della pubblicazione, rappresenta la degna conclusione di un ciclo di romanzi che ha ridefinito i rapporti tra letteratura di fantascienza, ucronia e noir.